Il gioco d'azzardo


Una crescita impressionante

Fino a pochi decenni fa il gioco era un “vizio” confinato ai casinò, alle schedine del totocalcio e del totip, e a poche grandi lotterie, come la lotteria Italia. Ma negli ultimi 15 anni l’intero settore ha avuto una trasformazione completa e una crescita impressionante e devastante. Gratta e vinci, slot machines, sale scommesse, sale gioco e giochi on line sono entrati nel quotidiano di milioni di persone e hanno invaso bar, tabacchini ed esercizi commerciali di ogni genere. Questa esplosione è stata resa possibile da una legislazione sempre più permissiva e dallo sviluppo tecnologico. Il risultato è stato un aumento di oltre il 500% in 10 anni del fatturato del settore e un numero sempre maggiore di persone contagiate dal gioco. Molte di queste hanno sviluppato una vera e propria malattia, la ludopatia, rovinando se stessi e le proprie famiglie. I costi socio-sanitari per curare il fenomeno sono schizzati, mentre la malavita ha subito messo le mani su questo ricco mercato, nel quale è facile riciclare il denaro sporco.

Una piaga sociale in costante ascesa

Negli ultimi tempi il gioco ha assunto sempre più il carattere di “piaga sociale”, in costante ascesa nonostante la crisi. Si può anzi dire che la crisi abbia spinto molte persone già in difficoltà a tentare la sorte in questa partita truccata, dove il banco vince sempre. Solo negli ultimissimi anni il problema ha attirato l’attenzione di media e politica. Si sono sviluppate le prime forme di aiuto sanitario e di assistenza sociale alle vittime del gioco, sono nate realtà no-profit per combatterne la diffusione e gli Enti locali hanno cercato soluzioni amministrative per bloccare il dilagare di macchinette mangiasoldi e sale da gioco. Ma in assenza di una legge nazionale restrittiva la sfida degli amministratori contro il potente mercato dell’azzardo si è rivelata una battaglia impari.

Cambiare le regole perché non è un gioco

Oggi è finalmente tempo che il Parlamento approvi nuove e severe regole per contrastare il gioco. Preso atto che non siamo di fronte ad un passatempo come gli altri, bisogna cominciare a considerare il gioco per quello che è: una piaga sociale, come il tabacco, che va disincentivata e contrastata, senza cadere nella proibizione che farebbe ricche le mafie.